Di terremoto in terremoto da Camerino a LAquila, passando per Amatrice, Visso e Norcia, tutte le stazioni della tremenda via Crucis sismica che ha afflitto il Centro Italia negli ultimi ventanni, saranno toccate dal seminario itinerante From 1997 to 2016: Three Destructive Earthquakes Along The Central Apennine Fault System, Italy in programma tra il 19 e il 22 luglio 2017.
Il seminario organizzato dallUniversità di Camerino in collaborazione con una vasta rete di università, istituti e centri di ricerca italiani francesi, inglesi e greci, che si è formata a seguito dellevento di Amatrice nellAgosto del 2016. Tra questi, il team di geologi dellUniversità degli Studi dellInsubria: fanno parte della commissione organizzatrice, infatti, i professori Alessandro Maria Michetti e Franz Livio.
Soltanto i lavori introduttivi si terranno in aula, allUniversità di Camerino, ma levento sarà un field trip sui luoghi del terremoto, da nord ovest a sud est: «il 19 luglio spiega il professor Michetti saremo a Camerino, lUniversità così come la città sono ancora segnate dai terremoti del 26 e 30 ottobre 2016. I relatori delle Università di Perugia, di Chieti, dellINGV ripercorreranno nei loro interventi gli eventi sismici avvenuti nellArea Appenninica dal 1997 ad oggi. Poi, il 20 luglio ci sposteremo sul campo nellarea epicentrale del terremoto del 1997 che ha colpito Marche e Umbria; il 21 luglio sarà la volta dellarea epicentrale dei terremoti del 2016: Amatrice, Visso, e Norcia. La conclusione del viaggio non poteva che essere a LAquila, distrutta dal terremoto del 2009».
Durante i lavori del seminario i vari gruppi di ricerca nazionali e internazionali presenteranno i loro studi: «stiamo lavorando per capire quale sia linterazione tra le diverse strutture sismogenetiche del Centro Italia: cioè come le faglie si influenzano una con laltra» continua Michetti. Si parlerà anche di protezione civile e di prevenzione. «Il terremoto di Norcia del 30 ottobre 2016 spiega ancora il geologo - è stato il più forte in Italia dopo quello dellIrpinia nel 1980, ma ciononostante non ha fatto vittime: questo perché Norcia è stata ristrutturata secondo le regole antisismiche. Il terremoto di Amatrice ad agosto, invece, ha causato molti morti perché non era ancora stata effettuata unopera di adeguamento antisismico, così come in altri territori del nostro paese. In Lombardia, ad esempio, la classificazione sismica è stata adottata solo da pochissimi anni, e quindi a fronte di una pericolosità relativamente bassa, la vulnerabilità è altissima e il rischio sismico è alto: la regione è impreparata, e il deficit di sicurezza sismica non sarà colmato prima di venti anni».
Durante i lavori infine si parlerà della possibilità di realizzare un modello di previsione dei terremoti: «siamo ancora lontani, ma le ricerche vanno in quella direzione e i terremoti del Centro Italia ci aiuteranno a comprendere i meccanismi che influenzano i diversi eventi sismici».
Il convegno naturalmente sarà loccasione per parlare anche di eventi collaterali che possono essere ipoteticamente ricondotti, almeno parzialmente, allo scenario di pericolosità indotto da un forte terremoto. Tra questi, la tristemente nota valanga di Rigopiano in Abruzzo, che ha visto nelle sue cause la concomitanza di forti nevicate e di scosse di assestamento della sequenza sismica: «la tragedia di Rigopiano rientra tra gli effetti collaterali di un terremoto e rappresenta proprio quello che in Italia ancora non cè ossia mettere le costruzioni in condizioni di minima vulnerabilità» spiega il professor Livio.
«Nelle Marche continua il professor Livio - la frana Civitella del Tronto, attivatasi nelle settimane successive al sisma, ha causato la deformazione di un intero versante per decine di metri di profondità e levacuazione del paese. Tra i fattori innescanti levento non si esclude una variazione significativa della circolazione idrica nel sottosuolo, uno tra gli effetti sismicamente indotti riconducibili alla sequenza sismica dellItalia Centrale». Larea è stata recentemente visitata dai geologi dellUniversità degli Studi dellInsubria assieme agli studenti della Laurea Magistrale in Scienze Ambientali e affiancati dal Prof. Nicola Sciarra, dellUniversità di Chieti, che ha recentemente indagato il fenomeno.
La diretta del viaggio itinerante nelle zone del terremoto sarà on line sui social di Ateneo, in particolare (compatibilmente alla presenza di segnale nelle diverse aree visitate) la dottoressa Chiara Frigerio (Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche e Ambientali) caricherà contenuti su Instagram e sulle pagine Facebook dellUniversità degli Studi dellInsubria, per una sorta di reportage dalle zone colpite dal sisma.